1 Luglio 2025

I dati ISTAT 2023 sulle RSA Italiane

LGT consultingNewsI dati ISTAT 2023 sulle RSA Italiane

Sanità residenziale in Italia: il divario Nord-Sud si allarga

Roma, 7 giugno 2025 – L’Italia continua a mostrare un netto divario tra Nord e Sud nell’offerta di presidi residenziali per l’assistenza sanitaria e sociale. I dati aggiornati al 1° gennaio 2023 confermano una distribuzione disomogenea dei posti letto, con il Sud Italia nettamente svantaggiato rispetto al Nord.

Un’offerta a macchia di leopardo: 7 posti letto ogni 1.000 residenti, ma non ovunque

Nel nostro Paese, si contano 12.363 presidi residenziali attivi, con un totale di circa 408mila posti letto, equivalenti a sette ogni 1.000 residenti. Tuttavia, la fotografia cambia radicalmente se si guarda alla distribuzione territoriale:

  • Nel Nord-Est, l’offerta è quasi il triplo, con 10 posti letto ogni 1.000 residenti.
  • Nel Sud Italia, la disponibilità crolla a soli tre posti letto ogni 1.000 residenti.

Questa disparità evidenzia un problema strutturale nell’accesso ai servizi essenziali per fasce di popolazione che spesso necessitano di maggiore supporto.

In aumento gli ospiti, anziani in prima linea

Al 1° gennaio 2023, gli ospiti totali nelle strutture residenziali erano 362.850, registrando un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Una crescita in linea con quella osservata prima della pandemia di Covid-19, a testimonianza di una domanda in costante espansione.

La maggior parte degli ospiti, oltre il 75%, è costituita da ultra-sessantacinquenni. Il restante 19% ha un’età compresa tra i 18 e i 64 anni, mentre circa il 5% è composto da minori.

Assistenza socio-sanitaria dominante, ma con differenze regionali

Delle quasi 15mila “unità di servizio” attive, ben 8.924 erogano assistenza socio-sanitaria, disponendo di quasi 319mila posti letto (il 78% del totale). Le rimanenti 6.053 unità offrono assistenza di tipo socio-assistenziale, con 89.195 posti letto (22%).

Le strutture socio-sanitarie si occupano prevalentemente di anziani non autosufficienti (77% dei posti letto dedicati). Una quota minore è riservata ad anziani autosufficienti (8%) e persone con disabilità (7%). Il restante 8% è destinato ad adulti con patologie psichiatriche (5%), dipendenze patologiche (2%) e minori (1%).

Le unità di tipo socio-assistenziale, invece, sono più orientate all’accoglienza di persone in condizione di
disagio, con il 41% dei posti letto per accoglienza abitativa e un altro 41% per funzioni socio-educative, ospitando principalmente minori. Il 12% è dedicato a funzioni tutelari (supporto all’autonomia) e il 6% all’accoglienza in emergenza.

La diversità nell’offerta non si limita alla tipologia di assistenza. Nelle regioni del Nord, prevalgono i servizi per anziani non autosufficienti (71,3% nel Nord-Ovest e 74,5% nel Nord-Est), il doppio rispetto al Mezzogiorno. Al Sud, invece, si trova una percentuale più alta di posti letto per anziani autosufficienti, persone con disabilità e immigrati.

Chi opera nelle strutture: un esercito di quasi 370mila persone

A supporto di queste strutture opera un vasto contingente di personale: quasi 337mila lavoratori, affiancati da circa 33mila volontari e poco più di 3.700 operatori del servizio civile. Un’imponente forza lavoro che ogni giorno garantisce assistenza e cura a migliaia di persone.

Il persistere di questo divario Nord-Sud solleva interrogativi sulla parità di accesso ai servizi essenziali e sulla necessità di politiche mirate per riequilibrare l’offerta su tutto il territorio nazionale.

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